Diego Bonavina: cinque anni meravigliosi

Diego Bonavina ci ha parlato della sua esperienza come assessore al Comune di Padova

Assessore allo sport. Cinque anni meravigliosi. Si riassume in queste due frasi, semplici ma efficaci, l’esperienza di partecipazione alla vita pubblica, vissuta di slancio e con grande entusiasmo, di Diego Bonavina.

Durante il colloquio avuto con lui, Bonavina definisce proprio così i cinque anni del suo mandato al Comune di Padova. Ora se ne avvicina la scadenza e viene spontaneo tracciare i bilanci di ciò che è stato fatto.

Di lui salta all’occhio il curriculum di tutto rispetto, che riguarda l’ambito sportivo ma non solo. Il suo percorso, però, ha avuto origine dalla sua passione per il calcio. Lo sport ha costituito una grande passione prima, una ragione di vita poi.

Le due passioni di Diego Bonavina

E nonostante questa passione lo avesse portato ad avere dei riscontri importanti, facendolo arrivare perfino a calcare i campi della serie B, lui non si è accontentato, non desiderava fermarsi al calcio in quanto tale.

Sì, Diego Bonavina ha mostrato fin da giovane di non voler cercare la strada più comoda (“era più facile giocare a calcio che studiare”, afferma in modo schietto), ma di voler connettere la sua esperienza di sportivo ad un altro ambito, che conferisse ad essa un’ampiezza maggiore, uno spessore diverso.

Completati gli studi di giurisprudenza infatti, riesce nell’intento di far convivere entrambe queste passioni, che nel frattempo avevano generato un bagaglio importante di conoscenze e di intuizioni.

Divenuto avvocato, e specializzatosi di fatto in diritto sportivo quando ancora la specializzazione non esisteva, si dedica alla difesa di giocatori ed allenatori nelle controversie professionali. Diviene quindi il referente legale dell’Associazione Italiana Calciatori e successivamente trova modo di dedicarsi anche all’insegnamento universitario.

L’impegno politico

L’impegno politico è stato praticamente una logica conseguenza, per chi, come lui, ha sentito ad un certo punto di voler restituire alla città in cui è cresciuto parte di ciò che aveva ricevuto.

Dice che sono stati anni molto intensi, molto impegnativi, eppure bellissimi, quelli da assessore. I numeri parlano sempre chiaro, e Diego Bonavina ne cita solo uno: i ventisette milioni di euro di investimenti nello sport, cifra che non ha precedenti al Comune di Padova.

Ritiene infatti che gli impianti sportivi siano essenziali. Senza impianti la passione non può crescere, i talenti sono destinati irrimediabilmente a perdersi per strada. L’intento è quello di fornire alle ragazze ed ai ragazzi del territorio padovano impianti di assoluto livello.

Difficile raccontare in breve tutti i progetti realizzati, ma la conversione in palestre delle tredici tensostrutture presenti sul territorio è davvero degna di nota. Il risparmio dell’85% dell’impatto energetico per ogni struttura parla da sé (“equivale ad aver piantato tredicimila alberi”, dice l’assessore). Tutto questo, in un momento critico sia per l’ambiente mondiale che per i costi dell’energia dovuti ai recentissimi scenari geopolitici europei.

E poi ci sono le iniziative che ti riportano indietro nel tempo, quasi a voler recuperare qualcosa di bello che si era perso, come lo stare insieme all’aperto: recuperare venti luoghi pubblici, per portare le persone a fare di nuovo sport insieme, a costo zero.

Il desiderio di continuare e l’impegno a cambiare una mentalità

Sì, c’è certamente in Bonavina l’auspicio di poter continuare in questo bellissimo rapporto con la città; progetti importanti in prospettiva, come lo skate park, il completamento di due palasport nella zona dello stadio Euganeo e la costruzione di parecchi campi in erba sintetica, più resistenti e facili da manutenere.

Forse fa meno rumore di altre iniziative, ma l’approvazione della Carta Etica dello sport femminile è certamente uno dei passaggi chiave di questa esperienza da funzionario pubblico.

Il dicembre 2021, che ha visto presentare alla Fornace Carotta il documento approvato dal Comune di Padova il mese precedente, rischia di essere uno spartiacque nella vita sportiva patavina.

Ma sarà così solo a patto che i contenuti del documento non restino mero inchiostro sulla carta. Molte altre realtà stanno seguendo la “best practice” di città come Padova e Bologna, ma si sa che c’è ancora molto da fare. Le differenze fra uomini e donne non hanno più ragione d’essere, ed anche gli uomini devono parlare di questo problema, questa è l’opinione dell’assessore.

Il ruolo delle associazioni

Colpisce il fatto che l’assessore citi il ruolo importante che stanno avendo, ed avranno in futuro, associazioni come Ragazze Nel Pallone, con i suoi ormai quattordici anni di ininterrotto impegno per portare avanti il suo messaggio di uguaglianza di genere, nello sport e non solo. Quando parla del futuro non si riferisce solo agli inevitabili momenti di confronto fra le associazioni e fra queste e la pubblica amministrazione. Intende parlare di eventi concreti, in cui lo sport prende forma e va a migliorare la vita fisica e psicologica dei cittadini.

In questo senso, il ruolo dell’amministrazione comunale è cruciale. Essa va infatti a creare le condizioni perchè questo possa accadere, principalmente mettendo a disposizione della cittadinanza impianti sportivi adeguati ai bisogni.

Diego Bonavina non dimentica il fatto che proprio Padova sarà nel 2023 città europea dello sport e non nasconde di voler dare una connotazione femminile agli eventi che seguiranno. Desidera infatti dare il giusto spazio e riconoscimento ad un movimento sportivo che sta emergendo con forza e convinzione.

Ragazze Nel Pallone

E per quanto concerne Ragazze Nel Pallone, ciò che dice è particolarmente significativo: “all’inizio onestamente non capivo bene di cosa si trattasse…poi, quando ho visto la prima edizione dell’evento, mi sono innamorato…” e poi ancora: “se tutte le ragazze d’Italia sapessero di questo evento, io sono convinto che il cinquanta percento verrebbe a Padova…”. La frase fa quasi sorridere…quasi.

Perchè l’assessore Bonavina dimostra di aver compreso molto bene l’importanza e la portata, per il futuro dello sport e della dignità delle donne, di un evento di questo tipo.